Valutazione del rischio laser in ambito industriale: metodologia, strumenti e esempi numerici

L’impiego di laser industriali  in particolare di classe 3B e 4  è ormai comune nei settori automotive, elettronica, medicale e packaging. Tuttavia, l’uso improprio di queste sorgenti può causare danni gravi alla vista o alla pelle.
Per questo motivo, la normativa europea impone una valutazione del rischio laser dettagliata e documentata, finalizzata a garantire la sicurezza degli operatori.

1. Quadro normativo di riferimento

La valutazione del rischio laser è regolata da:

  • Direttiva 2006/25/CE – relativa alle radiazioni ottiche artificiali (ROA)

  • D.Lgs. 81/2008 – Titolo VIII, Capo V – recepimento italiano della direttiva

  • Norma CEI EN 60825-1:2015 – classificazione dei laser per livello di pericolo

  • Norma CEI EN 60825-14 – guida pratica per la sicurezza laser nei luoghi di lavoro

  • Portale Agenti Fisici (INAIL e Regioni) – linee guida operative per la valutazione dell’esposizione

Questi riferimenti definiscono obblighi, metodi di misura e limiti di esposizione (ELV – Exposure Limit Values) per la protezione di occhi e cute.


2. Fasi operative della valutazione

Una valutazione del rischio laser ben eseguita segue un percorso tecnico preciso articolato in cinque fasi:

2.1 Identificazione della sorgente laser

Raccogliere i dati fondamentali del dispositivo:

  • lunghezza d’onda (nm)

  • potenza media e di picco (W)

  • modalità di emissione (CW, pulsata, Q-switched)

  • diametro e divergenza del fascio

  • classe di appartenenza (1–4 secondo CEI EN 60825-1)

2.2 Analisi del percorso del fascio

Determinare le possibili vie di esposizione diretta o riflessa, includendo:

  • rimbalzi su superfici metalliche lucidate;

  • riflessioni diffuse da materiali chiari;

  • esposizione accidentale dovuta a cattivo allineamento.

2.3 Calcolo della DNRO (Distanza Nominale di Rischio Oculare)

La DNRO rappresenta la distanza entro cui l’esposizione supera i limiti di sicurezza.
Esempio pratico per un laser fibra 1064 nm, potenza 20 W, fascio 2 mm, divergenza 5 mrad:


→ Qualsiasi persona entro tale distanza deve indossare occhiali OD ≥ 6 certificati EN 207.

2.4 Confronto con i limiti di esposizione (ELV)

Confrontare i livelli calcolati di irradianza (W/m²) con i limiti previsti dagli allegati tecnici della Direttiva 2006/25/CE:

  • Occhi: 5 × 10³ W/m² (per laser NIR 400–1400 nm)

  • Cute: 2 × 10⁴ W/m² (per esposizioni brevi)

2.5 Definizione delle misure preventive

In base alla classe del laser e alla DNRO, si definiscono:

  • barriere fisiche o schermi ottici;

  • interblocchi e chiusure di sicurezza;

  • segnaletica UNI EN ISO 7010;

  • formazione e procedure operative;

  • DPI ottici (occhiali EN 207 / EN 208).

3. Strumenti e software per la valutazione

Per eseguire misurazioni e simulazioni sono disponibili diversi strumenti professionali:

Strumento Funzione principale Note operative
Powermeter laser Misura potenza e densità energetica Calibrazione annuale richiesta
Ophir StarLite / Coherent LabMax Analisi temporale e di picco Utili per impulsi Q-switched
Software LaserSAFE o LASERVIEW Calcolo DNRO e MPE automatico Basati su norme CEI/IEC
Portale Agenti Fisici – Modello ROA-Laser Strumento gratuito italiano per valutazioni di base Fornisce schede PDF di rischio

4. Esempio numerico di valutazione reale

Scenario:
Marcatura laser fibra 30 W, 1064 nm, spot 30 µm, frequenza 50 kHz, durata impulso 100 ns.

Dati calcolati:

  • Energia per impulso: 0,6 mJ

  • Densità di potenza: 6 × 10⁵ W/cm²

  • DNRO: 3,8 m

  • Livello OD richiesto: ≥ 6

Rischio residuo:
Al di fuori dell’area protetta (≥ 4 m) il rischio oculare scende sotto i limiti ELV → livello accettabile con schermo parziale e segnaletica attiva.

5. Ruolo dell’Esperto Sicurezza Laser (LSO)

Il Responsabile della Sicurezza Laser (LSO) è la figura incaricata di:

  • eseguire o validare la valutazione del rischio;

  • approvare l’accesso alle aree controllate;

  • formare il personale;

  • supervisionare le verifiche periodiche del sistema.

Secondo la norma CEI 76-17:2023, gli esperti si distinguono in:

  • ESL-I per laser a bassa/media potenza,

  • ESL-II per laser ad alta potenza e processi industriali.

La loro formazione deve essere certificata CEI e aggiornata ogni 3 anni.

6. Documentazione e audit

Ogni azienda deve conservare:

  • Relazione tecnica di valutazione (firmata dall’LSO o dal consulente esterno);

  • Schede dei dispositivi laser con classe, DNRO, potenza, lunghezza d’onda;

  • Registro manutenzioni e controlli di sicurezza;

  • Attestati di formazione del personale esposto.

Tutta la documentazione deve essere disponibile per le ispezioni ASL o INAIL, che verificano la conformità a D.Lgs. 81/2008, art. 181–184.